
22 Mar La moto perfetta non esiste! O forse sì?
Sì, dopo un po’ di anni che vado in moto sono arrivato a questa conclusione. Ho forse torto? Probabile, infatti non è raro trovare motociclisti estremamente soddisfatti della loro moto, però è vero anche il contrario.

La mia prima moto! Triumph Street Triple 675
Con la prima moto è forse tutto più facile, perché si è inesperti e nella scelta ci si fa guidare dalla pancia. Ricordo che quando al tempo presi la mia prima moto non ci misi molto a decidere: naked usata, media cilindrata, budget limitato. Da quando ho iniziato ad appassionarmi al mondo delle moto, avevo circa 9 anni, conosco quasi a memoria i listini quindi non ci misi molto a trovare i modelli che potevano fare al caso mio. Dopo aver stilato la lista e fatta una prima selezione mi ritrovai con due modelli papabili, Aprilia Shiver 750 e Triumph Street Triple 675; casualmente venni a sapere che un ragazzo della zona vendeva una Street Triple verde, andai a vederla e la comprai subito.
Le cose importanti nella prima moto

Passo del Bracco, Liguria
Fu una scelta d’impulso, forse azzardata perché non avevo valutato altre opzioni, cosa che è sempre meglio fare, però con il senno di poi è stata una scelta ottima, nessun rimpianto se non quello di averla venduta. All’inizio ho scritto che con la prima moto è più facile scegliere perché non si sa bene cosa si cerca, fondamentalmente si guarda quello che esteticamente ci attrae. Poi magari ci si accorge che non è la moto adatta a noi, o meglio non è quella adatta alle nostre “esigenze”, però ci sta fare un’errore quando si è inesperti. Io penso che la cosa davvero importante nella prima moto sia che deve essere amichevole, deve accompagnarci nel viaggio dell’apprendimento e quando si muovono i primi chilometri in sella dobbiamo sentirci sicuri e non intimoriti.
Valutiamo cosa ci soddisfa e cosa no

Moto, tenda, amici… Cosa volere di più?
Che poi se vogliamo dirla tutta per abbreviare il percorso dell’apprendimento e migliorarlo basterebbe fare un corso di guida, però lo dico sottovoce sia perché sono di parte sia perché io stesso non l’ho fatto a suo tempo. Però lo dico sempre, tornassi indietro lo avrei fatto, senza dubbio. Tornando al tema, dopo aver girato in lungo e in largo e averla rivoltata come un calzino, arriva il momento in cui la prima moto sta stretta così si inizia a guardarsi intorno. A differenza dell’altra volta però ora abbiamo le idee un po’ più chiare su cosa cerchiamo, perché dopo alcuni anni di esperienza sappiamo cosa ci è piaciuto e cosa non ci è piaciuto in quella che andremo a sostituire. Porca miseria, detta così sembra facile e in effetti non mi ci è voluto molto per scegliere quella nuova.
Definiamo cosa cerchiamo nella moto

Crete Senesi, Toscana
Il motore della Street mi era piaciuto moltissimo, ero letteralmente innamorato, però era il genere di moto ad andarmi stretto perché avevo iniziato a fare qualche viaggetto e vi assicuro che non era il massimo anzi, non era neanche la sufficienza. Sia chiaro, non sto assolutamente disprezzando la Street Triple perché tutt’oggi ritengo che fosse/sia una della naked migliori tra le medie, però è chiaro che un conto è parlare di sportività, un conto è il turismo, a medio o lungo raggio che sia. Avere una posizione meno caricata sui polsi, un riparo aerodinamico degno di essere chiamato tale, un posto decente per il passeggero e la possibilità di trasportare dei bagagli credo siano delle condizioni a cui difficilmente chi viaggia può rinunciare.
Scelta di pancia o scelta ragionata?

Parco Nazionale del Gran Paradiso
Mettere insieme tutte questi elementi non è stato difficile e la scelta è ricaduta nelle maxi enduro, moto che oggi secondo me riescono a coniugare tutte le caratteristiche che ho elencato sopra, compresa la possibilità di guidare in maniera dinamica e per nulla noiosa. Così complice il mio amore per il “triple” decido di rimanere in casa Triumph e opto per una Tiger Explorer 1200, ammiraglia della casa inglese; come mia consuetudine prima di fare un qualsiasi acquisto mi informo per bene, leggendo recensioni e prove, e ovviamente non può mancare un test ride. Non è stata una scelta di pancia, non è stato un acquisto d’impulso, perché in ballo c’erano tanti soldi e non essendo uno sceicco non posso/voglio buttare soldi in cose che non mi soddisfano appieno. Però non è andata come speravo.
Al settimo cielo, ma poi…

Usata anche in offroad! Non abbiate timore, sono nate anche per questo.
All’inizio come era prevedibile mi sono divertito un mondo, ero veramente al settimo cielo e infatti il primo anno ci ho fatto circa 20.000 km. Lo so che ci sono motociclisti che ne fanno ben di più, ma per me erano tanti considerando che gli anni prima con la Street ne facevo meno di 10 mila km. Ci ho fatto diversi viaggetti di 2-3 giorni e poi 10 giorni in Grecia, dove l’ho attraversata da nord a sud, è stato un viaggio bellissimo che consiglio a tutti i motoviaggiatori. Ma già al secondo anno c’era un malcontento dentro di me, qualcosa che non mi soddisfava più; anzi, a dire il vero non era una sola cosa ma erano tante piccole cose che sommate e alla lunga mi avevano fatto ricredere sulla bontà del mio acquisto. Stai a vedere che tutte le ricerche e valutazioni che avevo fatto non erano servite ad un fico secco.
Se una moto non ti soddisfa più difficile continuare

Kawasaki Ninja ZX-9R ’96
E in effetti è andata proprio così, perché il secondo anno i km erano drasticamente calati e durante tutto il terzo l’ho utilizzata con un chiodo fisso in testa: la vendo! A fine estate ho messo l’annuncio e fortunatamente non ci ho messo troppo a darla via, non senza averci perso un bel po’ ma questo si sa, quando si acquista una moto nuova e la si cambia dopo “poco” va preventivato. Però vi giuro che quando l’ho comprata ero convinto che fosse la scelta giusta, la moto definitiva, per questo l’avevo presa nuova, perché avevo intenzione di tenerla fino alla morte. Vi assicuro che è stato un bello smacco, molte delle mie certezze erano andate in frantumi e avevo le idee parecchio confuse sul da farsi, perché ovviamente non sarei rimasto senza moto.
Ampliamo gli orizzonti

In attesa di decidere quale sarà il mio prossimo amore, mi godo le moto che mi capita di usare. In questo caso Ducati Multistrada 1260 S durante il tour sul Gross
Un colpo di fortuna, perché un conoscente aveva una moto ferma in garage da qualche tempo e visto che la mia curiosità quando si tratta di moto non ha limiti, ho portato a casa una Kawasaki ZX9R del ’96. Sì esatto, una sportiva vecchio stampo, io che dopo una naked avevo preso la solenne decisione che le maxi enduro sarebbero state le mie moto per il futuro. Il 2019 l’ho quindi passato in sella alla verdona ed è una bellissima esperienza, però adesso mi va di nuovo stretta perché mi manca il viaggiare, mi manca la polivalenza che il Tiger riusciva a darmi. Quindi sto guardando in giro, sto valutando una possibile scelta ma non riesco a trovare “La moto perfetta”, quella che sappia soddisfare tutte le mie esigenze. E non posso neanche dare la colpa alle case perché i listini sono pieni zeppi di moto, ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Sì lo so, ci ho pensato e anche io sono arrivato alla conclusione che molto probabilmente il problema sono io che sono troppo esigente, dovrei scendere a compromessi. Ma più passa il tempo e più me convinco: La moto perfetta non esiste.
No Comments