Il mio “primo” EICMA – Le Moto (Parte 2)

COME ANTICIPATO NELL’ARTICOLO PRECEDENTE, IN QUESTA SECONDA PARTE HO VOLUTO SCRIVERE I MIEI PENSIERI SULLE NOVITÀ, VEDIAMOLE INSIEME.  

 

APRILIA: RS 660 – TUONO 660 – TUAREG 660

APRILIA quest’anno ha presentato due novità davvero interessanti, la sportiva RS 660 in versione definitiva e la naked Tuono 660 come prototipo per il 2021; come per le sorelle maggiori, stessa base tecnica declinata nelle due versioni. Esteticamente le trovo davvero affascinanti, sportive senza compromessi anche nelle colorazioni, tecnicamente sarà interessante vedere cosa sono riusciti a tirare fuori da questo nuovo propulsore bicilindrico parallelo derivato strettamente dal V4; si parla di 100 cv per 169 kg per la RS, valori che dovrebbero assicurare una guida divertente ma non estrema e neanche troppo difficile, il tutto con un’elettronica che non la farebbe sfigurare nemmeno tra le big. Aprilia ha portato anche un’altra moto che definire attesa è dir poco, sto parlando della Tuareg 660, tuttavia hanno pensato bene di riporla dentro una teca e riempire il tutto con rami e fogliame, per far sì che si potessero intravedere solo dei particolari; sono scelte, che però io non condivido: viviamo in un periodo in cui le endurone vanno per la maggiore e non solo al momento non hanno a listino una maxi enduro, ma ritardano ancora l’uscita (si parla del 2021) e neanche ti fanno vedere un prototipo per intero… mah. 

Aprilia Tuono 660

 

BIMOTA: TESI H2

BIMOTA, devo dire che fa un certo effetto scrivere questo nome; è notizia recente l’acquisizione da parte di Kawasaki del 49,9% della casa riminese, annunciando che già dall’anno prossimo si vedranno nuovi modelli con motori e componenti Kawasaki. La prima nata di questa partnership è la Tesi H2, se vogliamo un ibrido che monta il motore sovralimentato della Z-H2 nel telaio della “vecchia” Tesi; moto che ha fatto e farà tanto discutere per il suo design, secondo me eccessivo specie all’anteriore dove potevano/dovevano azzardare meno. A me è sembrata quasi una forzatura, nel voler dare a tutti i costi un tocco inconfondibilmente Kawasaki, ma non era necessario perché il progetto è comunque unico e la moto non sarebbe passata inosservata a prescindere. Il prezzo non è stato ancora comunicato ma si parla di cifre astronomiche, ma non poteva essere altrimenti. 

Bimota Tesi H2

 

 

BMW: F900XR – F900R – S1000XR

BMW con luci ed ombre: stand a mio avviso no sense, con la scelta di non esporre tutta la gamma ma di mettere in vista solo le novità; per carità, ha una sua logica, perché così tutti i riflettori sono puntati sulle ultime arrivate, però io che intendo Eicma come l’esposizione totale di tutte le moto esistenti nel creato quando sono arrivato lì e ho visto quattro moto in croce sono rimasto deluso. Almeno c’è di positivo che le novità sono a mio avviso interessanti, specie la F900 sia in versione R, naked, ma ancora di più nella versione XR, una crossover che andrà a scontrarsi direttamente con la Tracer 900; le carte per fare bene ci sono tutte, a partire dall’estetica, passando per le prestazioni (105 cv) e la dotazione, per finire con il prezzo che parte da 11.350€ per una moto che ha già molto di serie. Ammetto che non vedo l’ora di provarla! Hanno aggiornato anche la S1000XR presentando una moto ancora più potente, anche se di potenza ce n’era già in abbondanza, però è interessante perché l’hanno alleggerita e migliorato ulteriormente l’elettronica nonché la posizione di guida, rendendola più comoda. Credo non ci sia bisogno di dire molto altro, a me non fanno impazzire quei dentoni lì davanti, fa molto Kawasaki Versys 1000, però non si può negare che la moto sia eccezionale, nel panorama tra l’altro ristretto delle maxi crossover lei è un punto di riferimento. 

 

DUCATI: STREETFIGHTER V4 – PANIGALE V2 – SCRAMBLER DESERT X

DUCATI porta anch’essa delle novità davvero interessanti e sicuramente molto chiacchierate. La prima non può che essere la Streetfighter V4, moto che ha attirato l’attenzione di mezzo mondo ancora prima di essere presentata ufficialmente a causa dell’incidente fatale a Carlin Dunne durante l’ultima edizione della Pikes Peak. Estetica di grande impatto, che a me fa davvero sangue come si suol dire, trasuda cattiveria da qualunque angolazione la si guardi; per non farsi mancare niente ha pure quattro ali biplano ed una scheda tecnica da far impallidire tutta la diretta concorrenza. I numeri però dicono molto ma non tutto, quindi in questo caso più che mai aspettiamo una prova e magari una comparativa prima di decretarla d’ufficio come regina delle hypernaked. Sempre restando in tema di alte prestazioni, parliamo della Panigale V2, quella che di fatto è la sportiva entry level della casa di Borgo Panigale; ecco, fa un po’ ridere considerarla la porta d’ingresso alle sportive del mondo Ducati, visto che parliamo di un bicilindrico che sfiora il litro di cilindrata con ben 155 cv per un peso contenuto in soli 176 kg a secco, ma così è. Estetica davvero riuscita, per una moto davvero compattissima, ed elettronica completa fanno di questa Panigale V2 una sportiva coi fiocchi… lunga vita al V2! A proposito di V2, hanno presentato il prototipo della Scrambler Desert X su base Scrambler 1100, esteticamente richiama senza dubbi la Cagiva Elefant che corse alla Parigi Dakar negli anni ’80-’90, anche se moltissime soluzione saranno inevitabilmente modificate se questa moto verrà prodotta in serie; tanto per fare un esempio, non so se avete notato ma lo spazio tra la gomma posteriore ed il forcellone è risicatissimo, pochi mm, roba che rischi il bloccaggio al primo sasso che si incastra tra i tasselli dello pneumatico. Comunque ha già suscitato enorme interesse, come era logico aspettarsi da una moto con richiami così forti con il passato (anche se non stiamo parlando di un passato Ducati, ma sorvoliamo), quindi sono pronto a scommettere che arriverà ed in fretta.

Ducati Streetfighter V4

 

HONDA: AFRICA TWIN 2020 – CBR1000RR-R – CB4X

HONDA aveva già svelato una parte della portata in anticipo, presentando la nuova Africa Twin CRF1100L prima di Eicma, però ha tenuto il piatto forte proprio per la fiera, mostrando in pompa magna la nuova CBR1000RR-R Fireblade. Sulla Africa Twin non mi dilungo perché ho già scritto un pezzo dove ne parlo e la analizzo (vi lascio qui il link se volete andare a vederlo), mentre sulla CBR ci sarebbe da scrivere un libro, ma vi basti sapere che è stata completamente riprogettata e molto deriva dalla RCV213V-S. Che dire, standing ovation ai tecnici Honda! Molto interessante è anche la CB4X, anche se per ora è solo un concept che però secondo i suoi creatori non dovrebbe essere così distante da una possibile versione di serie. Utilizza la base tecnica della CB650 ed in pratica si propone come una crossover media, quelle moto adatte a fare un po’ tutto, dalla sgroppata sui passi al giro con la compagna. Mi viene da dire “bella e concreta”. 

 

HUSQVARNA: NORDER 901

HUSQVARNA presenta un solo modello, la Norder 901, che in realtà è ancora un concept e anzi pare che sia stato esposto proprio per raccogliere pareri su una possibile produzione. Dicevamo è un concept però a parte qualche dettaglio da definire sembra essere pronta già così, tecnicamente si basa sulla piattaforma della KTM 790 Adventure anche se la dicitura 901 fa presupporre un motore diverso, magari lo stesso montato sulla nuovissima Duke 890 R. Negli ultimi anni Husqvarna ci ha abituati a design molto particolari e anche in questo modello non ha tradito le attese, linee in realtà relativamente semplici che però richiamano in maniera inequivocabile le moto da Dakar; solo la vista frontale non mi fa impazzire, perché per mascherare il serbatoio posto in basso, hanno fatto una sezione frontale davvero ampia, però per quanto mi riguarda spero che la messa in produzione sia quanto più veloce possibile!

Husqvarna Norder 901

 

KAWASAKI: Z-H2

KAWASAKI ha portato diversi aggiornamenti alle moto della sua gamma, ma la novità che ha focalizzato maggiormente l’attenzione è stata senza dubbio la Z-H2, una hypernaked che monta il quattro cilindri sovralimentato in dote alle Ninja della serie H2; 200 cavalli, 137 Nm di coppia e 239 kg in ordine di marcia per una moto che promette prestazioni esaltanti, anche se per i miei gusti il peso è davvero alto, se confrontato con le concorrenti quali per esempio Streetfighter V4 o Tuono V4. Sul design ci sarebbe molto da discutere, di sicuro Kawasaki non ama passare inosservata e questa Z-H2 non fa eccezione, linee manga ed un frontale muscoloso che, per me, avrebbe dato tutt’altra immagine se fosse stato più snello perché per il resto la moto mi piace molto. Non resta che trovare un aeroporto libero!

 

KTM: 1290 SUPER DUKE R – 890 DUKE R – 390 ADVENTURE

KTM porta nel suo stand tre novità, due naked e una adventure. Partiamo con la regina, 1290 Super Duke R, che è stata profondamente rivista sia per quanto riguarda l’estetica, sia nella tecnica; le linee in realtà non vengono stravolte e nel complesso il 1290 Super Duke è sempre lei, riconoscibile a colpo d’occhio, mentre tecnicamente troviamo un motore che tocca quota 180 cv e 140 Nm di coppia e un telaio completamente rivisto che ora sfrutta il motore come elemento stressato. Il tutto abbassa il peso di 6 kg per un totale di 189 kg. The Beast non lascia scappare le concorrenti. Però visto che non tutti amano ed apprezzano le super prestazioni, KTM ha presentato anche la 890 Duke R, modello che affianca, non sostituisce, la 790 Duke con una proposta più sportiva ed aggressiva: motore portato a 890 cc per una potenza di 121 cv e 99 Nm di coppia, con un’impostazione di guida rivista più caricata sul davanti. Sospensioni completamente regolabili e peso a secco di soli 166 kg. Una cosa che ci tengo a precisare è che troppo spesso sento parlare di queste medie cilindrate come delle moto adatte ai neofiti, mentre chi magari va in moto da un po’ di anni sembra che debba per forza valutare solo le maxi; secondo me invece non è affatto così, perché queste medie offrono prestazioni di tutto rispetto e una guida molto più facile, che su strada spesso risulta più efficace. Il consiglio che do sempre è di provare anche queste moto che magari, alle volte, si scopre essere più nelle nostre corde. Infine parliamo della piccola 390 Adventure, che allarga verso il basso le proposte adventure della casa austriaca. Sviluppata su base 390 Duke, monta un monocilindrico da 44 cv e sospensioni più lunghe e regolabili che, assieme al cerchio da 19”, fanno di lei una piccola viaggiatrice; peso bassissimo con soli 158 kg ma, nonostante sia l’entry level delle adventure, monta un’elettronica completissima. Secondo me potrebbe essere una moto davvero interessante per tutti quelli che cercano una dual, facile e leggera, con cui fare tutto!

KTM 1290 Super Duke R

 

MOTO MORINI: X-CAPE 650

MOTO MORINI arriva ad Eicma dopo un anno dalla sua acquisizione da parte del gruppo cinese Zhongneng e parte subito forte con tre proposte che hanno tutte la stessa base tecnica, ovvero un motore bicilindrico parallelo da 650 cc sulla quale però si sa ancora poco o niente. Quella che secondo me sarà la più interessante e che avrà maggior successo sarà la X-Cape 650, una moderna adventure con cerchi da 19”-17” che ha, come punto forte, una seduta bassa, a soli 830 mm. Inoltre porta in dote schermo TFT, fari full led, parabrezza regolabile, insomma ha molte frecce al suo arco per puntare a fare buoni numeri, in un segmento però molto agguerrito che vede la Benelli TRK 502 svettare su tutte. L’estetica è davvero riuscita e se il prezzo, assieme al peso, non sarà eccessivo, potrebbe diventare una proposta interessante in questo segmento; nota a margine, inizialmente giravano voci che il propulsore fosse lo stesso della Versys 650, in realtà non lo è, anche se ci assomiglia molto.

Moto Morini X-Cape 650

 

SUZUKI: V-STROM 1050

SUZUKI ha, di fatto, una sola novità che però riguarda il segmento più importante, ovvero quello delle maxi enduro; arriva la V-Strom 1050, evoluzione della 1000 con interventi sia estetici che tecnici. A dispetto del nuovo nome la cilindrata non cambia, però guadagna 7 cv arrivando a quota 107 con la coppia che invece scende di uno e tocca i 100 Nm. Ma a parte questo abbiamo un’estetica completamente rivista che ora si rifà alla mitica DR Big degli anni ’80, con colorazioni sgargianti e finalmente, lo possiamo dire, una linea che può piacere oppure no, ma almeno non lascia indifferenti. Sempre presenti le due versioni, standard e XT, che porta in dote una nuova elettronica più sofisticata e completa, con piattaforma inerziale migliore, ride-by-wire, mappe motore e quant’altro, nonché una nuova strumentazione al passo con i tempi. Vedremo se tutto sto ben di Dio farà lievitare il prezzo che fino ad ora è stato il suo punto forte, garantendole di essere una delle maxi enduro con il miglior rapporto qualità/prezzo; ad ogni modo era una gran moto e credo che ora lo sarà ancor di più, sono curioso di vedere la risposta del pubblico ad una moto che, tuttavia, nel recente passato non ha raccolto il successo che meritava. 

 

TRIUMPH: ROCKET 3 – STREET TRIPLE RS 2020

TRIUMPH presenta due moto: Rocket 3 e Street Triple RS 2020. La Rocket 3 ammetto che non è proprio nelle mie corde e quindi non saprei che dire, anche se non sono immune al suo fascino di cruiser e non vi nego che un giretto per conoscerla meglio lo farei molto volentieri. La Street Triple RS invece è una mia vecchia fiamma, la prima serie della Street 675 è stata la mia prima moto “da grande” e quindi ho sempre un occhio di riguardo per lei.  Per il 2020 abbiamo degli affinamenti alla già ottima Street Triple 765, presentata nel 2017, per quella che si dimostra essere una delle migliori naked in circolazione. Per lei vale lo stesso discorso fatto prima con KTM, ovvero che troppe volte queste moto vengono snobbate per virare verso cilindrate superiori, io rimango invece dell’idea che per un utilizzo stradale siano ottime, perché abbinano prestazioni elevate (123 cv non sono di certo pochi) ad una ciclistica tremendamente facile ed efficace. Provare per credere! 

Triumph Rocket 3

 

NON SCORDIAMOCI DI YAMAHA E HARLEY

Amici io concludo perché penso di essermi dilungato anche troppo, mancano alcune moto e alcune case (tipo Yamaha che però ha portato solo un restyling della Tracer 700) ma ritengo di aver trattato tutte le moto che mi hanno attirato di più; anzi, adesso che ci penso manca anche Harley Davidson che ha portato due moto davvero “curiose”: la Pan America e la Streetfighter 975. Sulla prima non mi pronuncio più di tanto perché so che metterei le mani in un vespaio, sappiate solo che a me piace e spero vivamente di poterla provare un giorno. Stessa cosa vale per la Streerfighter 975, della quale non si sa nulla tecnicamente ma che, come linea, mi attira molto. Detto da me che non ho mai avuto grandi considerazioni sulle Harley fa uno strano effetto, ma forse è proprio perché di Harley, queste due moto, hanno ben poco!

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