
02 Apr Husqvarna Norden 901: La Promessa dell’Anno
Perché il dual è ciò che è rimasto dello spirito motociclistico, ma serviva qualcosa di piacevole alla vista che si guidasse bene come una KTM
Husqvarna Norden 901 sarà la promessa dell’anno. I giornali ancora non lo dicono, ma la produzione di una “media” dual sport in orbita svedese è già iniziata.
In questi ultimi anni il mercato dei maxisuv a due ruote ha continuato a macinare numeri impressionanti (il 2019 è ancora di BMW GS, 5.749 esemplari solo nel nostro paese) ma, come è successo per il mondo dell’auto che spesso si fa precursore delle tendenze motoristiche, l’utilizzatore medio ha smesso di sognare top di gamma e si è svegliato in cerca di un best buy, il lusso low cost che di questi tempi sembra attecchire su tutto. Dovendo proseguire nel parallelo tra auto e moto quindi, Dacia Duster e Benelli TRX 502. La sostanza rimane a costi decisamente inferiori, con buona pace degli istituti di credito pronti ad elargire cospicui finanziamenti.
In dual stat virtus
Perché chi è in cerca della moto totale ne vuole una veloce, ben fatta e leggera, capace però di viaggiare lontano e farlo anche in fuoristrada, bella esteticamente e che non costi uno sproposito.

Non che non ci abbia provato, sia chiaro. Dapprima con una Yamaha R6 e in seguito con una Honda CBR 1000 RR rigorosamente adesivata Brazzers
Ciò che più si avvicina a questo concetto è il dual,
personalmente la categoria di moto che amo di più assieme alle sportive. Perché puoi andarci in ufficio, ma anche in fuoristrada. Perché non sono un organizzatore e preferisco improvvisare e, alla lunga, mezzi davvero specialistici risultano limitanti. Fanculo al fuoristrada con pistone a ore recalcitrante tra le vie della città e fanculo anche al mille da 180CV che scalda al semaforo, utile quasi esclusivamente per piombare in redazione con largo anticipo sui colleghi.
Così ti ritrovi a scalciare come una seconda linea della palla ovale sulla pedivella di un TTR a carburatori dei primi anni Novanta, fuori fa freddo e lei ti richiede sempre un tocco speciale. Il che, ogni volta che si mette in moto, ti fa sentire un po’ più vero, maschio, con le palle ben in vista. Inutile dire che non poteva durare a lungo.
La mia Yamaha TTR è stata caricata su di un furgone diretto nei balcani dopo una rottura al cambio che l’ha resa inutilizzabile. Peccato. A volte l’acceleratore rimaneva bloccato, altre non si accendeva, ma a modo suo sapeva sempre pareggiare il conto. Se avete una Ducati in garage sapete di che parlo. O almeno ve lo auguro.

Il gusto di poter smontare completamente la moto e lavorarci personalmente poi, ma che ve lo dico a fare. Peccato solo per tutti i bulloni avanzati a fine lavori.
Per mesi, quindi, ho cercato una degna sostituta. In cima alla lista una 950 o 990 Adventure. Ignorante, esagerata, ignorante ancora. Praticamente perfetta, fatta esclusione per un prezzo d’acquisto troppo vicino al nuovo per modelli con due lustri e chissà quante storie sulle spalle. Poi sono arrivate Yamaha Ténéré 700 e KTM 790 Adventure. Una troppo povera, l’altra troppo brutta. Eppure Marco, tester della porta accanto, ama alla follia le linee da grand canard del 790.
Ma io no, piuttosto poveri ma belli, piuttosto un V85TT Guzzi, perché è dal Mandello che ho imparato la passione. Però non ho nemmeno trent’anni e un motore così docile sarebbe una vigliaccata. Servirebbe un miscuglio fra i caratteri, come le vecchie dual. Fighe, economiche, capaci di tutto. O fate un 790 anche per chi, come me, non ha buon gusto.
Norden 901, Aprilia Tuareg e Ducati Desert X

L’omaggio a Cagiva è splendido, ma ben lontano da una possibile produzione in serie
Tutto questo, oggi, è (quasi) realtà. Le case stanno progettando la loro idea di dual e nel giro di un paio d’anni, se tutto dovesse andare per il meglio, il segmento tornerà a nuova vita.
Per ora, a mio modo di vedere, ha vinto Husqvarna.
Ducati ha carenato una scrambler e -con il tassello a sfregare contro il forcellone- non sembra avere una chiara idea dei se e dei come. Tuttavia a Borgo Panigale ci si tiene a galla per aver in qualche modo riproposto la bellissima Cagiva Elefant, sogno di una vita.
Aprilia invece ha scelto di non farci vedere quanto indietro sia il progetto riempiendo di foglie una gabbia con dentro il Tuareg, che dovrebbe risultare simile al design di Oberdan Bezzi (OBIBOI). A Noale -come di consueto- hanno tutto quello che serve per offrire una media bella, godibile e robusta.
Husqvarna dal canto suo ha una KTM 790 nel garage di casa. Se questo potesse non bastare, c’è una linea per i propri modelli stradali -Svartpilen e Vitpilen- pressoché perfetta: austriaca ignorante dentro, figa scandinava fuori.
La Norden 901 è, al momento, riuscita da ogni (mio) punto di vista. La linea retrò del faro che richiama gli anni Novanta, il serbatoio basso ben nascosto e le carene che sembrano lo smoking per una notte a Dakar: tutto perfetto, tutto in ordine.
Se le sollevi un po’ il vestito poi, riesci a scorgere un inedito bicilindrico frontemarcia da 889cc, che dovrebbe debuttare anche tra le signore di Mattighofen con una potenza vicina ai 110CV. Bene per la città, per l’autostrada o per l’Africa.

Una “vecchia” foto della mia prima vera moto barattata per la già citata Yamaha R6
Certo, per il botteghino Husqvarna sarà sempre anche motoseghe, cosa che impone un posizionamento del marchio leggermente diverso rispetto agli altri costruttori europei. Io, però, con un’ Husky 630 ho imparato a guidare. E, dopo un gran peregrinare, sarei pronto a tornare a casa.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
maurizio
Posted at 22:56h, 12 AprileConcordo su tutta la linea, io aspettola Norden